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Un agguato ha scosso Afragola, in provincia di Napoli, nel tardo pomeriggio di oggi: Pasquale Buono, 45 anni, è stato ucciso a colpi di pistola all’interno del negozio di biancheria intima di famiglia. La vittima, nota alle forze dell’ordine e ritenuta vicina al clan Moccia, è deceduta sul colpo nonostante i tentativi di rianimazione. Secondo le prime ricostruzioni, due uomini in moto avrebbero fatto irruzione nel locale, sparando a Buono alle spalle mentre si trovava con il padre, per poi fuggire. Le indagini, condotte dal commissariato di Afragola e dalla Squadra Mobile di Napoli, si concentrano sulle modalità dell’agguato, che rafforzano l’ipotesi di un delitto di Camorra.
L‘omicidio di Pasquale Buono segue di meno di 24 ore un altro agguato avvenuto ieri mattina a Cardito, dove Antonio Vitale, 56 anni, anch’egli pregiudicato e legato ad ambienti criminali, è stato freddato nel traffico. Gli inquirenti stanno ora verificando l’esistenza di un collegamento tra i due episodi. Entrambe le vittime, infatti, sarebbero considerate vicine a gruppi criminali attivi nell’hinterland nord di Napoli, area storicamente sotto il controllo del clan Moccia. Tuttavia, proprio all’interno di questa galassia criminale, si ipotizzano crescenti frizioni tra fazioni rivali in lotta per la supremazia, in un contesto di escalation di violenza e instabilità che si protrae da mesi.
La serie di agguati ha riacceso la paura nel Napoletano, suscitando anche reazioni politiche. Il deputato di AVS, Francesco Emilio Borrelli, ha denunciato una situazione di “città in mano ai clan” e “fuori controllo”, sottolineando come “praticamente tutte le piazze di spaccio e le organizzazioni di Caivano si sono spostate in questo comune”. Borrelli ha inoltre criticato la gestione della sicurezza, rilevando la presenza di un esponente del governo come vicesindaco di Afragola e chiedendo “maniere dure” per affrontare la criminalità che, a suo dire, spadroneggia in tutta l’area.
