La settimana dal 2 all’8 maggio è stata dedicata alla festa della professione ostetrica. Per l’occasione il 2 maggio, l’Ordine Provinciale di Benevento, presso la sede in via Martiri d’Ungheria, ha impreziosito con una medaglia d’oro due ostetriche che hanno compiuto 40 anni di professione: la beneventana Gelsomina Pannella, attuale Tutorial tecnico pratico del corso di laurea in Scienze Ostetriche e Maria Giocondina Mancini di Pontelandolfo, insegnante presso lo stesso corso. Entrambe esercitano la loro professione presso l’ospedale San Pio di Benevento. Alla manifestazione hanno presenziato le neolaureate del corso 2024/2025.
A queste ultime, dopo aver riformulato il giuramento di Lucina, è stato consegnato il tesserino di neoiscritte all’Ordine. “Quanto peso ha la nostra professione – è la domanda che si è posto l’ostetrica Mancini nel suo intervento – nel mondo assistenziale e nella politica sanitaria?” Alla domanda, ha dato anche la risposta, significando che l’ostetrica, secondo Mancini, deve imparare a valicare le mura di un’azienda ospedaliera o di un distretto sanitario. L’ostetrica oggi, deve aprire le porta a “nuovi contesti lavorativi, così come è stato istituito dai piani di studi universitari”.
L’ostetrica, dunque, che esce fuori dall’orbita ospedaliera e va a garantire “un’assistenza alla donna dalla nascita fino al periodo menopausale, non tralasciando mai gli aspetti sociologici, psicologici, fisiologici e patologici ad essa correlati, per andare oltre”, a significare che il futuro vede le ostetriche “superare quelli che sono i vincoli della medicina tradizionale” e ancora, indossare il camice dell’ostetrica esperta in medicina complementare fitoterapia, omeopatia, medicina cinese, un’ostetrica di ricerca (Clinical Rsearch nurse midwife)”.
Dal discorso di Maria Giocondina Mancini è emersa tutta la sua sapienza, tutta l’esperienza maturata in quaranta lunghi anni di lavoro con riconosciuta capacità e una professionalità di elevato spessore. Ha anche citato Aristotele: “il compito dell’ostetrica è delicatissimo, esso richiede abilità e acuta intelligenza”, prima di chiudere con un pensiero profondo: “la bravura dell’ostetrica non consiste solo nel provvedere a rimuovere sollecitamente gli ostacoli, ma nel prevenire che gli ostacoli insorgano”. Noi diciamo che, comunque, la strada da percorrere è ancora lunga. Se è vero, come è vero, che le cosiddette “case maternità” direttamente gestite dalle ostetriche, rappresentano nel mondo attuale, luoghi sicuri dove poter partorire in modo più naturale e rispettato e non in una “asettica sala parto”, come dice Mancini, è anche vero che i contributi pubblici ai parti nelle “case maternità”, sono pochi, a significare che l’assistenza ostetrica è una risorsa alla quale si accede prevalentemente in forma privata, per cui oggi è ancora privilegio di una elite di donne, come ancora poche sono in Italia le strutture gestite da ostetriche che offrono un ambiente familiare dove far nascere il bambino.
(Gabriele Palladino)