a richiesta di perdono avanzata da Alessio Tucci, il diciannovenne in carcere per l’omicidio dell’ex fidanzata Martina Carbonaro, ha riacceso il dolore e la rabbia di Enza Cossentino, la madre della quattordicenne. Tucci ha scritto una lettera indirizzata a Papa Francesco, chiedendo perdono per il brutale femminicidio avvenuto lo scorso 26 maggio ad Afragola. Tuttavia, la famiglia della giovane vittima ha fermamente condannato tale gesto.
“Altro che perdono”, ha scritto Enza Cossentino sui social, manifestando la sua indignazione. La madre di Martina ha lanciato un appello al Pontefice: “Se il Papa vuole davvero interessarsi a questo caso, che riceva me. Andrò io da lui, con gli occhiali insanguinati di mia figlia”. La donna ha proseguito con veemenza: “Non rispondete a quella lettera. Nessun serial killer avrebbe potuto fare ciò che ha fatto lui. Io voglio giustizia. E che sconti tutta la pena, fino all’ultimo giorno”. La missiva di Tucci, consegnata a un parroco volontario nel penitenziario, chiedeva a Papa Francesco di perdonarlo per l’uccisione di Martina e di ricordarla con una preghiera, un gesto che ha riaperto la ferita profonda nella famiglia, che respinge categoricamente ogni ipotesi di riconciliazione morale.
Nel frattempo, le indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord procedono intensamente. Gli inquirenti stanno esaminando sei telefoni sequestrati ad Alessio Tucci e ai suoi familiari, oltre al tablet appartenuto a Martina. Le analisi forensi sui dispositivi, che potrebbero durare diverse settimane, mirano a chiarire eventuali complicità, omissioni o messaggi sospetti scambiati prima e dopo l’omicidio. L’attenzione degli investigatori si concentra in particolare sulle comunicazioni intercorse tra Tucci e i suoi parenti dopo il tragico evento. È stato inoltre richiesto un risarcimento, con la sottolineatura che l’omicidio è avvenuto in un cantiere attivo ma non sorvegliato, offrendo ad Alessio Tucci “l’opportunità perfetta”.