Non è necessaria una laurea in scienze della politica per prevedere le prossime mosse di Clemente Mastella in vista delle elezioni regionali. Il sindaco di Benevento, in questa fase, non deve far altro che serrare le fila sui territori, alimentare interlocuzioni sottotraccia, in attesa che tutto si compia. Nei prossimi giorni, come noto, Vincenzo De Luca incontrerà Elly Schlein al Nazareno per un primo decisivo faccia a faccia propedeutico a determinare le condizioni per una convergenza funzionale agli interessi di entrambi.
In ossequio alla linea dettata anche attraverso le parole del Commissario regionale del Pd campano, Antonio Misiani, la segretaria mira a blindare lo schema di coalizione definito sul piano nazionale, punta ad un centrosinistra quanto più largo possibile, con De Luca e i deluchiani, guidato, secondo gli accordi stabiliti, da un candidato del Movimento Cinque Stelle.
De Luca, dal canto suo, pretende innanzitutto il pieno riconoscimento politico, una proposta in chiara continuità con il suo operato, certezze sui tempi per il superamento del commissariamento del partito in Campania, dunque diritto di veto sulla scelta del candidato alla presidenza. Lo ha detto chiaramente solo pochi giorni fa, quando ha messo sul tavolo l’ipotesi di una sua candidatura nelle vesti di capolista e ha ribadito che il candidato alla Presidenza dovrà essere all’altezza del compito. Il che significa, evidentemente, che sul nome di Roberto Fico non potrà mai convergere.
Un falso problema, perché nessuno, nei Cinque Stelle, è disponibile a sacrificare l’accordo sulle regionali sull’altare delle legittime ambizioni dell’ex Presidente della Camera. Conte e i suoi terranno il punto su Fico fino a quando sarà possibile ma la vera priorità, per il Movimento, è quella di blindare il campo largo e di vincere nella prima regione del Sud con un candidato di bandiera. Allo stesso modo, De Luca non ha mai messo in discussione il diritto dei Cinque Stelle di esprimere il candidato alla presidenza della Regione perché questa è la soluzione che più gli conviene, nell’immediato e in prospettiva.
Il governatore punta a mettere in campo le sue liste e a fare la corsa sul Pd, vuole riaffermare la propria egemonia e un candidato apicale espressione del Nazareno renderebbe tutto più difficile, perché sarebbe inevitabile l’effetto traino sulle liste del partito. Se poi quel candidato dovesse ritrovarsi alla guida della Regione tanto peggio, perché a quel punto De Luca si ritroverebbe a competere per un verso con il sindaco di Napoli e per altro con un governatore con la tessera del Pd. Meglio, molto meglio un governatore leggero, espressione di una forza alleata debole sui territori.
Schlein e De Luca hanno sostanzialmente interessi complementari, hanno entrambi tutto l’interesse a trovare una sintesi che tuttavia va fatta maturare. De Luca farà inevitabilmente pesare il veto subito sul terzo mandato, farà valere la sua forza, il suo consenso, e metterà sul tavolo anche il piano B, la determinazione a sfidare il Pd e il centrosinistra con una sua coalizione civica guidata da un suo fedelissimo. La segretaria, di contro, non accoglierà lo sceriffo con il cappello in mano, farà valere le sue ragioni, rivendicherà la sua linea. Dopo di che l’uno non può fare a meno dell’altra e viceversa, perché se Schlein non può fare a meno di De Luca per blindare la Campania, dove una sconfitta sarebbe devastante per il suo futuro oltre che per il futuro del campo progressista, De Luca ha bisogno del partito per recuperare centralità e prospettiva, per mettere in sicurezza il futuro dei territori e del figlio, e sceglierebbe il piano B solo se si vedesse costretto alla rottura.
In tale quadro il faccia a faccia della prossima settimana sarà decisivo, non restituirà un accordo definito ma la certezza di una prospettiva. Se dovesse concludersi con una rottura, eventualità che tendiamo ad escludere, allora non ci sarà più margine per una sintesi.
A quel punto sarebbe inevitabile una contesa a tre blocchi, un campo largo senza centro, il centrodestra e un fronte civico ad immagine e somiglianza del governatore. Se invece, come crediamo, il vertice tra De Luca e Schlein dovesse tradursi in un primo interlocutorio confronto, franco e positivo, propedeutico ad altri passaggi funzionali a definire una sintesi unitaria nel rispetto delle condizioni poste da De Luca e della linea definita dal partito, allora vorrà dire che la sintesi arriverà.
Clemente Mastella deciderà cosa fare proprio in funzione di quel che emergerà da questo passaggio. Punta, come sempre, ad essere determinante per la vittoria. Il suo obiettivo è quello di garantire a chi vincerà i voti necessari per vincere, come sempre. Nel momento in cui De Luca dovesse trovare la sintesi con il suo partito, proverà a costruire liste centriste in ogni provincia, aggregando utilità marginali, ovvero cercherà direttamente l’interlocuzione con il governatore uscente, un accordo che gli possa garantire almeno un assessore di peso nella futura giunta in ossequio agli equilibri che emergeranno in provincia di Benevento e nelle aree interne.
Se invece De Luca dovesse vedersi costretto allo strappo per percorrere la terza via civica allora Mastella valuterà, misurerà i rapporti di forza e gli equilibri, quindi sceglierà la collocazione più conveniente. O con il governatore uscente o con il campo progressista.