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Omicidio Santo Romano, la madre del condannato denuncia i post sui social: “Non è stato mio figlio”

Omicidio Santo Romano, la madre del condannato denuncia i post sui social: “Non è stato mio figlio”


La madre del diciassettenne condannato in primo grado per l’omicidio di Santo Romano ha deciso di rivolgersi alla polizia postale, chiedendo che venga fatta chiarezza su una vicenda che, a suo dire, rischia di danneggiare ulteriormente il figlio. La donna contesta la veridicità di alcuni post che circolano sui social media, diventati virali, e che sarebbero stati pubblicati dopo la pronuncia della sentenza.

Assistita dall’avvocato Luca Raviele, la madre di L.D.M. afferma che il figlio, detenuto e condannato a 18 anni e otto mesi, non è l’autore dei post. In poche ore, su diversi account sarebbero comparse frasi provocatorie e di scherno, accompagnate da fotografie del diciassettenne. Tra queste, la frase: “Io 18 anni e 8 mesi me li faccio seduto su un cesso”, in riferimento alla condanna emessa dal giudice del Tribunale dei Minori, Umberto Lucarelli.

La madre respinge fermamente queste affermazioni: “Mio figlio è detenuto da mesi ad Airola e non è mai stato segnalato per l’uso clandestino di telefoni cellulari. Siamo sicuri che non è stato lui a postare quella frase provocatoria, né è coinvolto negli altri post comparsi nelle ultime ore, dal contenuto offensivo che preferisco non ripetere”. La donna, insieme al suo legale, ha deciso di sporgere denuncia e chiede l’intervento della polizia postale per fare luce sulla vicenda, temendo ulteriori ripercussioni negative per il figlio.

Resta da chiarire chi sia il responsabile di questi post. La madre nega qualsiasi coinvolgimento suo, dei familiari o di conoscenti, ipotizzando provocazioni gratuite o una strategia per alimentare la tensione tra le famiglie coinvolte.

Il caso risale alla notte tra l’uno e il due novembre scorso, quando, in piazza Capasso a San Sebastiano al Vesuvio, una lite tra due gruppi di ragazzi degenerò in tragedia. Secondo la ricostruzione dei fatti, la lite sarebbe scaturita da un banale incidente: qualcuno aveva pestato e sporcato una scarpa del minorenne L.D.M. Dopo una prima fase di apparente risoluzione, Santo Romano tornò indietro e, secondo quanto emerso da un video, si rivolse verso l’auto dove si trovava L.D.M. Pochi istanti dopo, furono esplosi due colpi di pistola, che centrarono Santo Romano al petto, uccidendolo sul colpo.

Santo Romano era un atleta e studente, portiere di una squadra di calcio locale, descritto come una persona incline alla pacificazione. Il processo di primo grado si è concluso con la condanna del diciassettenne a 18 anni e 8 mesi per omicidio, tentato omicidio (di un amico di Santo, ferito alla spalla) e possesso di armi. I post online sono comparsi dopo la sentenza, scatenando la reazione della madre dell’imputato.



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