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Quando l’AI finisce in prima pagina (letteralmente)
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Quando l’AI finisce in prima pagina (letteralmente)

Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale è entrata ovunque: nei motori di ricerca, nelle scuole, nei lavori creativi… e, a quanto pare, anche nei giornali.
Ma questa volta non si parla di algoritmi che scrivono articoli: parliamo di una vera e propria “svista editoriale” che ha fatto sorridere (e un po’ preoccupare) il web.

In un quotidiano locale, è infatti comparso un articolo con dentro una frase che nessun redattore umano scriverebbe mai:

“Vuoi che lo trasformi in un articolo da pubblicare su un quotidiano (con titolo, occhiello e impaginazione giornalistica) o in una versione più narrativa da magazine d’inchiesta?”

Sì, esatto.
Qualcuno ha probabilmente chiesto aiuto a un’intelligenza artificiale per redigere il pezzo e… ha dimenticato di cancellare la parte della conversazione con la macchina.
Risultato: l’AI è finita stampata in bella vista, tra un paragrafo di cronaca e uno di analisi.

Ironia e preoccupazione

Il caso ha scatenato i commenti online: tra chi scherza sull’idea di “un giornalista virtuale che si ribella” e chi invece solleva domande più serie sul futuro dell’informazione.
Perché se già oggi una svista può portare un frammento di dialogo con l’AI nelle pagine di un giornale, cosa succederà quando gran parte dei contenuti sarà generata in automatico?

Tra efficienza e autenticità

L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo: può aiutare a scrivere, riassumere, correggere.
Ma quando manca la revisione umana, l’efficienza si trasforma in superficialità.
E un errore così – per quanto divertente – diventa il simbolo perfetto di un’epoca in cui la velocità rischia di sostituire la verifica.

La lezione

Più che criticare chi ha commesso la svista, dovremmo forse ringraziarlo: ci ha ricordato che l’intelligenza artificiale non è infallibile… e nemmeno chi la usa.
In un mondo che corre verso l’automazione totale, servono ancora occhi (e cervelli) umani per dare senso, tono e verità alle parole.


E voi che ne pensate?
L’AI sta migliorando l’informazione o la sta confondendo?

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